Notizie 4 Luglio, 2025
L’estate 2025 sta portando con sé temperature record in molte regioni italiane, spingendo istituzioni e imprese a ripensare l’organizzazione del lavoro all’aperto. Il 2 luglio è stato firmato un nuovo Protocollo Quadro nazionale per affrontare il tema in modo strutturato e omogeneo.
In breve:
✔ Il protocollo si applica a tutti i lavoratori, anche studenti in PCTO e stagisti;
✔ Impone l’aggiornamento del DVR per includere i rischi da microclima e caldo estremo;
✔ I datori di lavoro devono monitorare i bollettini ufficiali e agire in anticipo nei giorni critici;
✔ Vengono promosse pause, rimodulazione degli orari, DPI adeguati e aree ombreggiate;
✔ Il protocollo dà valore agli accordi aziendali e territoriali e può generare premialità INAIL.
Le ondate di calore sono ormai fenomeni sempre più frequenti e impattanti. In questo contesto, il nuovo protocollo nazionale, sottoscritto da Ministero del Lavoro, INL, INAIL, sindacati e associazioni datoriali, stabilisce una serie di buone prassi obbligatorie e strumenti contrattuali integrabili nei CCNL.
L’obiettivo? Coniugare la continuità produttiva con la tutela psicofisica di lavoratori e lavoratrici, anche in ambienti indoor non climatizzati o nei settori della logistica e dell’agricoltura.
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) deve ora includere esplicitamente i rischi derivanti dalle emergenze climatiche, come previsto dagli artt. 28 e 180 del D.Lgs. 81/08.
Anche la sorveglianza sanitaria dovrà tener conto dei nuovi fattori ambientali, adattandosi al contesto specifico dell’impresa.
📌 Ne avevamo parlato anche qui: Quando aggiornare il DVR: eventi che obbligano alla revisione nel 2025
Il protocollo invita le aziende a:
Consultare i bollettini meteo ufficiali (salute.gov.it/caldo);
Organizzare i turni per evitare le ore più calde (es. 12:30–16:00);
Fornire DPI adatti, indumenti leggeri e traspiranti;
Allestire aree di ristoro ombreggiate e fornire acqua fresca;
Inserire procedure e flessibilità oraria nei Piani Operativi di Sicurezza (POS), dove applicabile.
Nei cantieri temporanei o mobili, queste misure dovranno essere previste anche nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
Il protocollo favorisce l’adozione di accordi attuativi settoriali, aziendali o territoriali per specificare meglio le misure da adottare nei vari contesti. Tali accordi possono:
Essere inseriti nei CCNL vigenti;
Costituire base per accedere a premi INAIL e strumenti di supporto;
Garantire maggiore tutela anche nei confronti di ispezioni o controversie.
Il protocollo chiede al Governo di:
Garantire copertura con ammortizzatori sociali per i casi di sospensione o riduzione del lavoro dovuti al caldo estremo;
Riconoscere formalmente i ritardi nei cantieri legati a ordinanze anti-caldo come causa di forza maggiore;
Assicurare una coerenza normativa nazionale rispetto a ordinanze regionali e locali.
Il Protocollo 2025 segna un passo avanti importante per la tutela climatica nei luoghi di lavoro. Datori di lavoro e professionisti della sicurezza devono aggiornare documenti, procedure e abitudini per rispondere efficacemente all’aumento del rischio da caldo estremo.
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✅ Scarica il protocollo ufficiale
👉 Protocollo emergenze climatiche 2025 (PDF)
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